La più antica configurazione geopolitica italiana

Nella Tavola II e nella Tavola V si danno istruzioni per il corretto svolgimento rituale del patto della “decade”, termine con cui si indicava una confederazione tradizionale di dieci comunità (tota). Queste, pur mantenendo i dieci nomi sacri originali, erano con il tempo diventate venti.

La sequenza con cui sono elencate le dieci tota- nella “menzione” della tavola II.b non è casuale, ma rappresenta la visione della confederazione osservata da quella che nell’età del bronzo era stata la comunità guida, quella Atiediate (Fabriano): atiieřiate klaverniie kureiate satanes peieřiate talenate museiate iuieskane kaselate peraznanie.

La tota Atiediate si estende alle aree dei comuni attuali di Fabriano, Esanatoglia, Matelica: il ricordo della zona Atiedia– si è “ridotto” al toponimo Attiggio.

La tota dei Klaverni, cioè quelli delle *klavi- ‘strettoie’: le gole del Burano e le gole del Sentino, Cantiano, Chiaserna, Scheggia, Isola Fossara; il ricordo della zona Klavernia- si è “ridotto” al toponimo Chiaserna.

La tota Kureiate, cioè ‘quella delle terre a tramontana’, <*(s)kur-ejo- ‘nord, vento del nord’: Serra san Quirico, Arcevia; il ricordo della zona Kureia- si è “ridotto” al toponimo San Quirico (la tesi si basa sull’idea che Romualdo abbia trovato opportuno mantenere un’assonanza tra il nome tradizionale della valle (kureia-) e il nome del santo a cui dedicare la chiesa di riferimento per gli abitanti della valle: perciò scelse kuiriko-).

La tota dei Satani, cioè quelli della Sahta, il nome del fiume di Gubbio nelle Tavole; le varianti grafiche con cui è designata nelle TI lasciano intendere un valore fonetico di [sat:a], il che ne fa l’esito possibile di *sàbata– ‘la schiumosa’, < indeur. *saba- ‘birra, schiuma’ + -ta aggettivale.

La tota Peieřiate, cioè ‘quelli delle montagne’: la base indeur. *(s)peilo-  ‘picco, monte acuto’, onde (s)peilo- + -io- >*(s)peiljo- ‘area del monte acuto’, e quindi Peieřiati ‘quelli dell’area del monte Acuto’. Il “monte acuto” calza bene sull’immagine del Monte Primo, sopra Pioràco (< Prolaqueum ‘accanto al lago’).

La tota Tolenate, cioè ‘quelli delle *tolēna-, quelli delle colline’: Castelraimondo, San Severino, Tolentino, Pollenza. Il ricordo si è ritirato in Tolentino, reinterpretato latinamente come part. pres.: *Tolent-ino-.

La tota Museiate, cioè ‘quella del fiume Musone’: Cingoli, Apiro, che presentano importanti tracce dell’età del bronzo a Moscosi. L’antico Miscon- oggi Musone era detto mouson- /mouskon- ‘quello del muschio, l’umidificatore’: è noto che i boschi della vallata presentano un ricco sottobosco di specie muscinali ed erbacee.

La tota degli Iuieskani, cioè, ‘quelli dello iuiesko-’ < *jeuges-ko- ‘incrocio, giunzione’. Il nome designava una tota all’incrocio della Prolaquense con la Salaria Gallica, quindi l’area dove l’insediamento umbro di nome rẹkina più tardi diventerà la romana Helvia Recina. In indeur. *reikina- vale ‘la palizzata’.

La tota Caselate, cioè ‘quella dei nocciòli’: Cagli < Calles < Càs(e)les, < indeur. *koselo- ‘avellana, nocciòlo’, IEW 616). Le comunità Caselati diventano tre perché devono controllare due vie, quella che sarà poi la Flaminia e quella lungo il Cesano.

La tota Peraznania, cioè ‘la (tota) di quelli oltre l’Esino’ < *pro-aisin(o) +-an(o) +-ja: è Iesi, la comunità più lontana, vista dalla conca di Fabriano, ma capo terminale del precorso “Fabriano-Adriatico”.